Scusa mamma ma sono un gamer

  • RELAZIONE

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  • Scusa mamma ma sono un gamer

    Mercoledì 25 Gennaio 2017



    Scusa mamma ma sono un gamer


    Quante volte vi siete ritrovati in casa da soli? Fuori piove, fa freddo ed in giro non c'è nessuno; questo è uno di quei momenti in cui si è inclini a pensare: "Dio benedica l'inventore dei videogiochi". :rolleyes:
    Partendo da questa esperienza che quasi ognuno di noi ha avuto il piacere (almeno a mio parere) di vivere, vorrei descrivere dal mio punto di vista e con tutta l'ampiezza possibile, la vita di un gamer e le situazioni che lo contraddistinguono.


    - La Passione Videoludica:
    La passione dei videogiochi credo che raccolga sotto la sua bandiera moltissime persone, per via della vastità di contenuti disponibili sulle più svariate piattaforme; ce n'è davvero per tutti i gusti, cosi da soddisfare le esigenze di ognuno. Quando nasce davvero questa passione? Credo che nasca nella nostra infanzia più remota, fin dai nostri primi ricordi riguardanti la realtà: quando da bambini sognavamo di essere un eroe/eroina ed attratti dalla magnificenza di questo mondo meraviglioso chiamato fantasia, chiudevamo gli occhi e con l'immaginazione eravamo liberi di superare i limiti della fisica e della logica.

    - Gioco e realtà:
    Ci sono molti tipi di giocatori, quelli che preferiscono il singolplayer e gli amanti del multiplayer; personalmente mi ritengo un amante del multiplayer, più nello specifico degli MMORPG, perché offrono una variante virtuale di se stessi; :crazy: in parole semplici ti permettono di portare una parte di te in una realtà virtuale che coinvolge anche altre persone e nel momento in cui ciò avviene possiamo davvero parlare solo di un gioco? Io non credo; dal momento in cui si ha a che fare con altri giocatori e si costruiscono dei rapporti, gioco e realtà si fondono in una cosa sola. Questo potere, questa sottile linea di confine tra realtà e gioco è il vero punto di forza degli MMORPG e solo chi ha effettuato il log-in almeno una volta su questa tipologia di videogame sa assolutamente di cosa sto parlando.

    - Quando un gioco smette di essere tale:
    Ho visto molte persone fare di un gioco la loro ragione di vita. Senza analizzare la situazione dal punto di vista "giusto o sbagliato", voglio soffermarmi sulle cause principali di questo atteggiamento:

    • L'insoddisfazione: Non tutte le persone purtroppo godono di una vita appagante su tutti gli aspetti, credo che l'insoddisfazione personale può variare da quella sul lavoro a quella sul proprio carattere fino a quella sul proprio aspetto e penso che possa portare le persone a "rifugiarsi" in questa realtà virtuale, per sfuggire ad una vita che non li appaga appieno.
    • L'eccessiva competizione: Ho visto anche persone spendere moltissimi soldi e tempo sui videogiochi, presi dallo stato di euforia derivato dal vincere, piuttosto che dall'essere il più forte ed essere riconosciuto da tutti il migliore. La motivazione e l'ambizione, credo che siano cose molto positive e credo anche che a modo suo ognuno di noi le rifletta sul gioco in diverse maniere; come tutte le cose però è bene non dimenticare che il troppo storpia. :patpat:
    • I doveri: Un gioco per essere ritenuto tale dovrebbe secondo la mia opinione essere totalmente privo di doveri.
      Questo perché i doveri vanno contro al concetto stesso di gioco, trasformandolo da una realtà virtuale piacevole che si adatta a noi, in una realtà virtuale a cui noi dobbiamo attenerci. Ecco trovo che l'imposizione di per se sia l'annullamento stesso del piacere. :whistling:


    Molte persone leggendo questa relazione avranno compreso il messaggio che cerco trasmettere. A volte parlare di videogiochi con persone totalmente estranee a questo mondo ci mette quasi a disagio, ci fa sentire diversi e in parte (per i più nerd come me asd ) anche strani. Questo credo sia dovuto al fatto discusso poco fa, ovvero che solo chi è nato con questa PASSIONE sia veramente in grado di comprenderci fino in fondo. Quindi scusa mamma se a volte non mi capisci. :love:

    Dottore94
  • penso che piu del 50% della gente in ogni tipo di gioco compreso bamboo, il gioco ha smesso di essere un gioco ma è diventato una specie di lavoro se non peggio, con gente che se la prende come fosse stata licenziata in real o che litiga per un item in gioco, ma sono proprio i diretti interessati che non se ne accorgeranno mai.

    Hai completamente ragione quando dici che parlare di queste cose con gli estranei ti fa passare per uno strano, anzi diciamo quasi per uno sfigato, perche la maggior parte della gente non apprezza questi giochi e li ritiene da bambino.
    Io stesso non conosco nessuno dei miei amici in real appassionato come me di videogiochi, che arriva anche a spendere soldi per questa passione, conosco si gente a cui piace giocare alla play o al pc, ma tutta gente che prende questa cosa poco seriamente (non che io la prendo chissa con quale serietà) ma gente che gioca cosi tanto per, senza alcun tipo di obbiettivo e che se io gli dicessi "guarda oggi ho shoppato 30 euro" mi prenderebbero per pazzo.

    Infatti ogni tanto la mia tipa mi dice "non so cosa farti per il compleanno" (anche perche io non voglio mai nulla, a me basta un pc un lavoro e il cibo e sono a posto per tutta la vita) e io vorrei dirgli "dammi 100 euro da shoppare" ma ovviamente se gli dico una cosa cosi mi riempie di botte ahahaah perche alla gente fuori sembra una cosa super inutilissima shoppare per un gioco, ma non si accorgono che loro spendono non 100, ma 300 euro nel mio stesso periodo in 30000 stronsate meno utili e meno appaganti.
    Cualsiasi cosa sia il cualcosa di un altra cosa in realtà non è il niente di niente.


    Lisa Simson
  • Bell'articolo , piacevole da leggere e molto scorrevole anche se per questo genere di cose ci vorrebbe un poema non un articolo asd .

    Ogni giocatore ha la sua motivazione , il suo stile ed il suo approccio verso il gaming e tu li hai raccolti piu o meno tutti.
    Il fatto di sentirsi un po' strani rispetto agli altri forse è una cosa che condividevo piu o meno un anno fa. Siamo ormai troppo avanti per sentirci estraniati solo perchè invece che fare altro ci piace giocare al PC. Non a caso non condivido chi dice "ho una vita bla bla" "c'è di meglio bla bla"...ognuno ha le sue passioni , i suoi momenti di relax ed i suoi modi per divertirsi.

    D'altro canto alcuni , come ho potuto constatare nel corso degli anni ed in particolar modo ultimamente , prendono troppo sul serio il gioco e non riescono a prenderlo come tale. Il gioco nasce come una fonte di divertimento e non come una ragione di vita.
    Molti prendono un po' tutto sul personale , forse un po' è colpa del gioco , ma molta ed è giocatore stesso!
    E' brutto vedere gente che reagisce in questo modo e forse questo è l'aspetto più brutto di un gioco e magari bisognerebbe riflettere su questa cosa.

    Complimenti ancora :thumbup: .

  • Bell' articolo! Soprattutto perchè sei andato a toccare un argomento molto delicato...
    Molti di noi, se non tutti, sanno che è difficile parlare di questo gioco ad un estraneo in quanto quest'ultimo non capirebbe un accidente di quello che vuoi esprimere, per questo ritengo che la dipendenza videoludica sia molto pericolosa...
    D'altro canto però i videogames sono un passatempo, e in quanto tale devono far passare il tempo, "rinchiudendoti" nella immaginazione di chi ha creato il gioco. Che non è poi così diverso da leggere un libro o guardare un film.

    L'eccessiva competizione è un'arma a doppio taglio, se non esistesse saremo tutti con le armi al 100 senza rari a farsi shottare dai cani selvaggi... Ma invece c'è gente che fa di tutto per farsi il set armi 130+8 e il danno/tank perfetto. Rendendo tutto più emozionante :)

    Aspetto con ansia il prossimo articolo :p
    Dath
  • dath ha scritto:

    Bell' articolo! Soprattutto perchè sei andato a toccare un argomento molto delicato...
    Molti di noi, se non tutti, sanno che è difficile parlare di questo gioco ad un estraneo in quanto quest'ultimo non capirebbe un accidente di quello che vuoi esprimere, per questo ritengo che la dipendenza videoludica sia molto pericolosa...
    D'altro canto però i videogames sono un passatempo, e in quanto tale devono far passare il tempo, "rinchiudendoti" nella immaginazione di chi ha creato il gioco. Che non è poi così diverso da leggere un libro o guardare un film.

    L'eccessiva competizione è un'arma a doppio taglio, se non esistesse saremo tutti con le armi al 100 senza rari a farsi shottare dai cani selvaggi... Ma invece c'è gente che fa di tutto per farsi il set armi 130+8 e il danno/tank perfetto. Rendendo tutto più emozionante

    Aspetto con ansia il prossimo articolo :P
    Dath
    Hai ragione hai colto in pieno il fulcro della discussione :D
  • Questo articolo mi ha fatto tanto riflettere sulla posizione che i videogames ricoprono nella mia vita.
    Tante volte non è semplice parlare ad una persona casuale di una cosa del genere poiché, come hanno anche già detto tutti gli altri, ti suscita un po' di disagio e suggestione: sembra che discuti con qualcuno che si rifiuti di comprendere la tua idea poiché è ferma sulla sua. Ti risulta molto meno complesso parlarne con una che condivide la tua stessa idea.
    Credo che quando ero nei primi anni adolescenziali i videogames ricoprissero il primo posto, adesso che sono andato un po' avanti - non tanto, a dire il vero - con la maggiore età, reputo che sia molto più importante lasciare spazio ad un qualcosa che ti dia modo di guardare l'orizzonte.
    Dal primo posto, adesso, credo che sia sceso un po'... ma reputo che la passione dei videogames sia un hobby al quale io non possa rinunciare, indipendentemente dall'età e dalle esperienze.
    Condivido per metà il pensiero di chi shoppa: certamente ognuno può fare quel che gli pare con i propri soldi. Se uno ha 20,00€ in tasca, con 15,00€ ci esce e con 5,00€ shoppa, o anche 10,00€ e 10,00€, certamente ha la mia piena condivisione. Ma spendere tutto per una delle due cose no, bisogna avere la capacità di sapersi gestire. Faccio questo esempio esclusivamente per chi ha la passione dei videogames e shoppa costantemente e non può farne a meno.
    Infine voglio fare i complimenti all'autore, l'articolo mi è piaciuto! :)

    Mostra spoiler

    Dottore94 ha scritto:

    il troppo storpia. :patpat:
    È STROPPIA la parola corretta. :whistling:


    p.s. Non devo chiedere scusa a nessuno se ho la passione dei videogames. È giusto creare una distinzione fra "passione per i videogames" e "ludopatia".



    “Siamo angeli che cercano un sorriso.”
    - Pino Daniele

    Il messaggio è stato editato 1 volta, ultima volta da Prodigio ()..

  • Dottore94 ha scritto:

    Mercoledì 25 Gennaio 2017






    Scusa mamma ma sono un gamer



    Quante volte vi siete ritrovati in casa da soli? Fuori piove, fa freddo ed in giro non c'è nessuno; questo è uno di quei momenti in cui si è inclini a pensare: "Dio benedica l'inventore dei videogiochi". :rolleyes:
    Partendo da questa esperienza che quasi ognuno di noi ha avuto il piacere (almeno a mio parere) di vivere, vorrei descrivere dal mio punto di vista e con tutta l'ampiezza possibile, la vita di un gamer e le situazioni che lo contraddistinguono.


    - La Passione Videoludica:
    La passione dei videogiochi credo che raccolga sotto la sua bandiera moltissime persone, per via della vastità di contenuti disponibili sulle più svariate piattaforme; ce n'è davvero per tutti i gusti, cosi da soddisfare le esigenze di ognuno. Quando nasce davvero questa passione? Credo che nasca nella nostra infanzia più remota, fin dai nostri primi ricordi riguardanti la realtà: quando da bambini sognavamo di essere un eroe/eroina ed attratti dalla magnificenza di questo mondo meraviglioso chiamato fantasia, chiudevamo gli occhi e con l'immaginazione eravamo liberi di superare i limiti della fisica e della logica.

    - Gioco e realtà:
    Ci sono molti tipi di giocatori, quelli che preferiscono il singolplayer e gli amanti del multiplayer; personalmente mi ritengo un amante del multiplayer, più nello specifico degli MMORPG, perché offrono una variante virtuale di se stessi; :crazy: in parole semplici ti permettono di portare una parte di te in una realtà virtuale che coinvolge anche altre persone e nel momento in cui ciò avviene possiamo davvero parlare solo di un gioco? Io non credo; dal momento in cui si ha a che fare con altri giocatori e si costruiscono dei rapporti, gioco e realtà si fondono in una cosa sola. Questo potere, questa sottile linea di confine tra realtà e gioco è il vero punto di forza degli MMORPG e solo chi ha effettuato il log-in almeno una volta su questa tipologia di videogame sa assolutamente di cosa sto parlando.

    - Quando un gioco smette di essere tale:
    Ho visto molte persone fare di un gioco la loro ragione di vita. Senza analizzare la situazione dal punto di vista "giusto o sbagliato", voglio soffermarmi sulle cause principali di questo atteggiamento:

    • L'insoddisfazione: Non tutte le persone purtroppo godono di una vita appagante su tutti gli aspetti, credo che l'insoddisfazione personale può variare da quella sul lavoro a quella sul proprio carattere fino a quella sul proprio aspetto e penso che possa portare le persone a "rifugiarsi" in questa realtà virtuale, per sfuggire ad una vita che non li appaga appieno.
    • L'eccessiva competizione: Ho visto anche persone spendere moltissimi soldi e tempo sui videogiochi, presi dallo stato di euforia derivato dal vincere, piuttosto che dall'essere il più forte ed essere riconosciuto da tutti il migliore. La motivazione e l'ambizione, credo che siano cose molto positive e credo anche che a modo suo ognuno di noi le rifletta sul gioco in diverse maniere; come tutte le cose però è bene non dimenticare che il troppo storpia. :patpat:
    • I doveri: Un gioco per essere ritenuto tale dovrebbe secondo la mia opinione essere totalmente privo di doveri.
      Questo perché i doveri vanno contro al concetto stesso di gioco, trasformandolo da una realtà virtuale piacevole che si adatta a noi, in una realtà virtuale a cui noi dobbiamo attenerci. Ecco trovo che l'imposizione di per se sia l'annullamento stesso del piacere. :whistling:


    Molte persone leggendo questa relazione avranno compreso il messaggio che cerco trasmettere. A volte parlare di videogiochi con persone totalmente estranee a questo mondo ci mette quasi a disagio, ci fa sentire diversi e in parte (per i più nerd come me asd ) anche strani. Questo credo sia dovuto al fatto discusso poco fa, ovvero che solo chi è nato con questa PASSIONE sia veramente in grado di comprenderci fino in fondo. Quindi scusa mamma se a volte non mi capisci. :love:

    Dottore94
    Caro Teo, (in assenza di nome verificato ti chiamerò cosi) abbiamo avuto modo di parlare su ts e devo dire che hai un che di simpatico, ragion per cui ti dirò la verità e non commenterò lo scritto in maniera stucchevole e ipocrita come faccio con gli articoli di Serpico. 'Nsomma! Scusami ma l'articolo non mi è piaciuto. E ti dico il perchè:
    ci sono parecchi errori lessicali e riguardanti la consecutio temporum. primo capoverso:" con tutta l'ampiezza possibile" non ha tutto questo gran senso logico, ma, OK, ci può stare.

    2° capoverso "nella nostra infanzia più remota" anche questa frase non ha gran valore lessicale in italiano, non mi è piaciuta. Poi, sempre nella stessa riga "fin dai nostri primi ricordi riguardanti la realtà", scusami, ma non l'ho veramente capita. Ci sono nostri ricordi infantile che in qualche modo esulano dalla realtà?
    Sempre 2° capoverso "essere un eroe/eroina ed attratti dalla magnificenza di.." non serve mettere l'ed perchè la parola successiva non inizia con la e, inoltre serve la virgola, cosi " essere un eroe e, attratti dalla bla bla bla"

    3° capoverso "Ci sono molti tipi di giocatori, quelli che preferiscono il singolplayer e gli amanti del multiplayer" dopo "ci sono molti tipi di giocatori" servono i due punti ":"

    "perchè offrono una variante virtuale di se stessi" mi è piaciuta questa.

    Nella stessa frase che segue pedissequamente le citazioni non è necessario il punto di domanda. Neanche come frase interrogativa indiretta funziona. Semmai, dividi con un punto o una virgola.

    su "Io non credo;" non serve il punto e virgola.

    E ce ne sono tanti e tanti altri che non vorrei citare per non diventare noioso.

    Inoltre, il tuo stile di scrittura non mi piace. Non è concreto, non è pratico, ti perdi spesso in frasi eccessivamente lunghe e ridondanti.

    Scusami. Ecco ciò che penso realmente.

    Per quanto riguarda il contenuto, hmm mhh.. Un po' romanzesco e riciclato.

    Il messaggio è stato editato 3 volte, ultima volta da Immortalis ()..

  • Bell'articolo,lettura piacevole e non annoia.
    Per un mio piccolo pensiero il game in se non esiste più da un bel po! Che si parli di un game per mobile,o per ps4 o per pc,o un retroserver! Il game è morto da quando Per ogni cosa c'è da spendere! Un app ha acquisti aggiuntivi,un gioco per ps4 ha pacchetti aggiuntivi,nei server ecc ce lo shop! Da che mondo è mondo un gioco deve essere considerato un divertimento un gioco un passatempo. Nel momento in cui all'interno sia per scelta che non si inseriscono dei soldi diventano giochi ludici non più giochi!
  • Dottore94 ha scritto:

    consecutio temporum
    Di preciso non penso lo sappia neanche lui.. Se ne parla spesso associandolo al latino in quanto il loro "ordine" nello scrivere era parecchio contorto e diverso dal nostro (molto simile al mio quando mi impegno). Insomma teoricamente si tratta dell'ordine delle parole all'interno della frase

    Shadows

    La guerra è il mare in cui nuoto

    L'opinione di chi non vale niente è nulla